Debora Scalzo ricorda “I RAGAZZI DELLA SCORTA”.

19 Luglio 2018 - 7 minutes read

 

Oggi, 19 Luglio 2018, in questa giornata storica e di ricordi indimenticabili, ho deciso di inaugurare la sezione Buba Angel “PER NON DIMENTICARE”, dando un omaggio e un ricordo profondo a GRANDI UOMINI e GRANDI DONNE, VITTIME IN SERVIZIO, che hanno fatto la storia del nostro paese.
Sono passati esattamente ventisei anni dalla Strage di Via D’Amelio a Palermo, giorno in cui persero la vita il Magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cosina. E proprio ventisei anni dopo, la sentenza dei giudici della corte d’assise di Caltanisetta ha confermato che dietro quella pagina di storia c’è “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”.
Sono passati anche ventisei anni e 57 giorni da quel 23 maggio 1992, giorno in cui Palermo cambiò volto alle 17.58, dove un boato diede inizio a quella che verrà per sempre ricordata come “la Strage di Capaci”. In un tunnel sotto l’autostrada A29 che collega Palermo a Mazara del Vallo, furono nascosti 500 chili di tritolo. L’esplosione, uccise il Giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i 3 uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Per me personalmente, queste due date sono giorni di dolore, giorni di dolore per tutti noi siciliani onesti, giorni di perdite devastanti per il nostro paese, giorni che hanno cambiato il nostro paese.
Giovanni, Paolo, Francesca, Emanuela, Agostino, Claudio, Vincenzo, Walter, Vito, Rocco e Antonio, li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per noi giovani, ma soprattutto per tutto quello che stanno facendo ancora adesso, perché la loro presenza c’è, ed è forte.
Perché tutti loro sono dentro di noi, perché il ricordo resta, come restano le loro idee.
GRAZIE PER LA VOSTRA ONESTA’, GIUSTIZIA, LEALTA’, DEVOZIONE, CORAGGIO E SACRIFICIO.
Con tanta emozione e tanto amore che nutro per tutte le FORZE DELL’ORDINE, oggi voglio ricordare questi ragazzi e la loro vita semplice, umile e piena d’amore per la propria divisa. Quella divisa che hanno onorato sino alla fine. Voglio ricordare questi ragazzi, tutti con un nome, una vita, una famiglia, una passione, ma soprattutto un amore in comune “LA POLIZIA DI STATO”, quell’esserci sempre vicini alla gente, e loro sono ancora qui con noi, per sempre vicini a noi.
E mi sento di aggiungere: “RAGAZZI SE IO RESTO COSI’ E’ ANCHE GRAZIE A VOI”!!!

IL RICORDO DI 11 ANGELI, PER SEMPRE ACCANTO A NOI. LORO LA NOSTRA SPERANZA.

Vincenzo Li Muli, palermitano, aveva solo 22 anni al momento della Strage. Una grande passione per le auto e le moto, ma il suo sogno l’aveva realizzato entrando nella POLIZIA DI STATO. Entra a far parte della scorta del Giudice Paolo Borsellino dopo la Strage di Capaci. Amava la sua famiglia e pur essendo così giovane stava pensando a costruirsene una tutta sua.

Eddie Walter Cosina, australiano, di famiglia triestina, a soli 20 anni entra nel 1981 nella POLIZIA DI STATO, nel 1983 entra nella DIGOS, nel 1990 nel NUCLEO ANTISEQUESTRI per poi passare alle SCORTE.
Era un uomo di grande generosità, amatissimo in famiglia e dalla sua seconda famiglia: I COLLEGHI.

Rocco Dicillo, pugliese, fu uno dei primi uomini a sventare il 21 Giugno 1989 il primo attentato alla vita del Giudice Giovanni Falcone sulla spiaggia all’Addaura. Rocco aveva visto in faccia il rischio del suo lavoro. Si sarebbe dovuto sposare il successivo 20 Luglio.

Agostino Catalano, palermitano, assistente capo e veterano delle scorte alla Questura di Palermo.
Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto vedovo con tre figli già orfani di madre, adolescenti al momento della Strage di Via D’Amelio. Il ricordo dei figli è quello di un uomo sempre allegro che amava scherzare, che era nato per fare il poliziotto, lavoro in cui credeva e ne andava orgoglioso.

Claudio Traina, palermitano, non aveva ancora compiuto 27 anni il giorno della Strage.
Seguì le orme del fratello Luciano (anche lui poliziotto). Amava moltissimo andare a pescare ed era un uomo molto ironico. Quel 19 Luglio 1992, lasciò un figlio di soli 11 mesi.

Emanuela Loi, sarda, fu la prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della POLIZIA DI STATO a cadere in servizio. Aveva studiato per insegnare, ma a 20 anni entra in POLIZIA.
Ricordata da tutti come una ragazza solare, sempre sorridente, era in procinto di sposarsi.
Venne assegnata alla scorta del Giudice Borsellino, dopo la Strage di Capaci.

Vito Schifani, palermitano, arruolato nella POLIZIA DI STATO dal 1989, lascia la moglie e il figlio Antonino di 5 mesi, oggi Tenente della GUARDIA DI FINANZA, ricorda il padre così:
“Cerco, col mio lavoro, di onorarne la memoria. Purtroppo non ho suoi ricordi diretti, ero troppo piccolo quando accadde tutto, ma papà lo ho vissuto nel ricordo degli altri.
Mi auguro di riuscire a essere alla sua altezza”.

Antonino Montinaro, pugliese, entra in POLIZIA DI STATO nel 1981, nel 1989 passa alla SQUADRA MOBILE e nel 1991 alle SCORTE. Lascia la moglie e i figli di 4 anni e 18 mesi.
La moglie lo ricorda come un uomo solare e di cuore.

IL MIO RICORDO E’ DEDICATO AL GIUDICE GIOVANNI FALCONE, AL GIUDICE PAOLO BORSELLINO, AL GIUDICE FRANCESCA MORVILLO, AGLI ANGELI DELLA SCORTA E A TUTTE LE VITTIME IN SERVIZIO, CHE SI SONO SACRIFICATE PER IL NOSTRO PAESE. UN ABBRACCIO IMMENSO ALLE LORO FAMIGLIE.

IO STO CON I VERI EROI.

A cura di Debora Scalzo.